Testo in revisione

 

In questa sezione sono contenuti appunti di viaggio sugli luoghi, città e località collegate ad Odorico da Pordenone. E' verosimile che Odorico avesse preso degli appunti durante il suo viaggio, purtroppo nulla di scritto di suo pugno ci è pervenuto ai giorni nostri. Quindi partiamo da quanto egli ha dettato nella sua Relatio per ripercorrere le sue orme cercando tracce e riferimenti nella geografia attuale in modo da comporre degli appunti di viaggio aggiornati alla nostra epoca.

 

Odorico, per fare comprendere le dimensioni delle città, in particolare quelle cinesi, spesso le confronta con quelle italiane, Bologna, Ferrara, Treviso, Vicenza, Venezia, Padova. Quasi sicuramente Odorico le ha visitate prima di partire per l'Oriente. Questo fa pensare che Odorico, come frate minore, ricopriva incarichi che lo portavano a viaggiare anche fuori dal Friuli, considerando la rete estesa di presenza sul territorio che l'ordine possedeva.

 

Poche sono le date certe e documentate del suo viaggio in oriente, basandoci su quanto dettato da Odorico ed alcuni documenti possiamo delineare un arco temporale con le seguenti date:

 

- 1280 circa: Nascita di Odorico; dalla ricognizione medica sui resti del corpo (2002) effettuate risulta che al momento della morte Odorico aveva circa 50 anni;

 

- 1318 (dopo 11 luglio): Odorico parte per l’Oriente seguendo la via maritima; Odorico si trova a Portogruaro l'11 luglio 1318 per un atto notarile;

- 1321 (9-11 aprile): martirio dei quattro francescani a Tana;

- Successivamente Odorico recupera a Tana le reliquie;

- 1324 (fine, o inizio 1325), Odorico approda in Cina durante il regno del Khan Yesün Temür;

- 1325 (prima metà): Odorico arriva a Khān Bālīq (Pechino) dove rimase per tre anni;

- 1328 (inizio): Odorico intraprende il viaggio di ritorno per via terra;

- 1328 Muore l'arcivescovo di Khān Bālīq Giovanni da Montecorvino, il 15 agosto 1328 muore il Khan Yesün Temür

- 1330 (aprile-maggio): Odorico arriva a Venezia;

- 1330 (maggio); si trova a Padova dove, su ordine del ministro provinciale Guidotto da Bassano, detta la Relatio de mirabilibus orientalium 

Tatarorum

- 1331 (14 gennaio): morte di Odorico a Udine nel convento di San Francesco per complicanze cardiache causate da insufficienze respiratorie.

 

 

 

 

 

Itinerario

 

 

 

 

Pordenone

 

Odorico è nato a Pordenone tra 1280 e 1285. Dalla ricognizione medica sui resti del corpo effettuata nel 2002 risulta che al momento della morte Odorico aveva circa 50 anni;

 

 

 

 

Bologna

 

Relatio: Cap. XXI

 

"De hac contrata recedens Indie et transiens per multas civitates et terras, veni ad quandam nobilem terram nomine Caytan, in qua fratres minores sunt et habent duo loca...  

In hac civitate est magna copia omnium illorum que necessaria sunt humane vite; nam tres libre et octo uncie zucari illic habentur minori dimidio grosso. Hec civitas ita magna est, sicut bis esset Bononia."

 

"Partendo da questa regione dell’India e passando per molte città e paesi, giunsi a una nobile città che si chiama Zaiton, nella quale ci sono i frati minori che vi hanno due conventi. ...

In questa città c’è grande quantità di tutti quei beni che sono necessari per la vita umana: qui si possono comperare tre libbre e otto once di zucchero per meno di mezzo soldo veneziano. Questa città è grande come due volte Bologna."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXI.

 

 

Citata da Odorico nella sua Relatio al capitolo XXI dove confronta la città cinese di Quangzhou (Zaiton) con Bologna dicendo che è due volte più grande.

 

 

 

Ferrara

 

Relatio: Cap. XXV

 

"Ab hac recedens et transiens per octo dietas per multas civitates et terras, per aquam dulcem veni ad quandam civitatem nomine Lencin. Hec civitas posita est super unum flumen quod vocatur Caramoram; hoc flumen per medium Cathay transit, cui magnum damnum infert quando rumpit, sicut est Padus transiens per Ferrariam."

 

"Partendo da questa città e viaggiando per otto giornate, incontrai molte città e paesi, e navigando in acqua dolce giunsi a una città di nome Lencin. Questa città è situata presso un fiume che si chiama Caramoram: questo fiume scorre attraverso il Catai, e reca grandi danni alla gente quando rompe gli argini, come fa il Po a Ferrara."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXV.

 

Citata da Odorico nella sua Relatio al capitolo XXV dove racconta che presso Lencin è situato un fiume chiamato Caramoram che scorre attraverso il Catai e reca grandi danni quando rompe gli argini come fa il Po a Ferrara.

 

 

 

Treviso e Vicenza

 

Relatio: Cap. XIX

 

"Ubi sciendum est quod, dum navigarem per mare occeanum versus orientem per multas dietas, ad illam nobilem provinciam Manci ego veni, quam Indiam vocamus superiorem. De hac India diligenter quesivi christianos, saracenos, idolatras omnesque officiales magni canis, qui omnes uno ore loquuntur et dicunt quod hec provincia Manci habet bene duo milia magnarum civitatum; que in tantum sunt magne ille civitates, quod neque Vincencia neque Tarvisium in earum numerum ponerentur."

 

"Si deve sapere che mentre navigavo sull’Oceano verso Oriente per molte giornate, arrivai alla nobile provincia di Manzi, che noi chiamiamo India superiore. Circa questa regione interrogai diligentemente cristiani, saraceni, idolatri e tutti gli ufficiali del Gran Khan, che tutti concordi dichiarano e affermano che questa provincia di Manzi ha sicuramente duemila grandi città, così grandi che, presso di loro, né Vicenza, né Treviso sarebbero considerate tali."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XIX.

 

 

Citata da Odorico nella sua Relatio al capitolo XIX dove dichiara che nella Cina meridionale (Manzi o India superiore nel testo) ci sono sicuramente duemila grandi città, così grandi che, presso di loro, nè Vicenza, nè Treviso sarebbero considerate tali.

 

 

 

Padova

 

Relatio: Cap. XXIII

 

"Hinc recedens, veni ad unam civitatem nomine Cansaye, quod idem est quod “civitas celi”. Hec civitas maior est aliqua alia que hodie sit in mundo: circuit enim bene centum miliaria. In ipsa enim non est spansa terre que non bene habitetur, immo multotiens erat aliqua domus que bene decem vel duodecim superlectiles in se habebat. Hec civitas etiam habet burgia magna valde habentia maiorem gentem quam ipsa civitas habeat. Hec duodecim portas habet principales, et prope quamlibet illarum portarum forte ad octo miliaria sunt civitates maiores quam esset civitas Venetiarum et Padue; unde bene ibitur sex vel septem dietis per unum illorum burgorum et tamen videbitur modicum permeasse.

Hec civitas posita est in aquis lacunarum, que manet et stat ut civitas Venetiarum; ipsa etiam habet plures quam duodecim milia pontium, in quorum quolibet morantur custodie, custodientes hanc civitatem pro magno cane. A latere huius civitatis labitur unum flumen, iuxta quod sita est civitas hec, sicut Ferraria ipsa manet iuxta Padum. Nam longior est quam lata. De ipsa autem diligenter inquisivi a christianis, saracenis, idolatris cunctisque aliis, qui omnes uno ore loquuntur dicentes quod bene centum miliaria circuit."

 

"Partendo da questo luogo, arrivai in una città chiamata Cansaye, che significa «città del cielo». Questa città è la più grande che ci sia al mondo, e ha una cerchia muraria di ben cento miglia. In essa non c’è una spanna di terra che non sia abitata, anzi molto spesso c’era qualche casa in cui abitavano dieci o dodici famiglie. Questa città ha anche grandi borghi dove abita un numero di persone più grande rispetto a quelle che stanno dentro la città. Questa ha dodici porte principali e nei pressi di ognuna di esse, a distanza circa di otto miglia, ci sono altre città più grandi di Venezia e di Padova. Così si può andare per sei o sette giornate di cammino attraverso uno di questi borghi e tuttavia sembra di averne visto solo una piccola parte.

Questa città è situata sulle acque di una laguna ed è solida e costruita come Venezia: in essa ci sono più di dodicimila ponti e su ognuno di essi ci sono guardie che li custodiscono e proteggono questa città per il Gran Khan della Cina. A fianco di questa città scorre un fiume, e la città è costruita lungo il fiume come Ferrara, che è sorta e sta presso il fiume Po. Infatti è più lunga che larga. Su di essa ho chiesto informazioni diligenti sia ai cristiani che ai saraceni, agli idolatri e a tutti gli altri, i quali dicono tutti unanimi che ha un circuito di cento miglia."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXIII.

 

 

 

Citata da Odorico nella sua Relatio al capitolo XXIII dove indica che ne i dintorni di Hangzhou (Cansaye) ci sono città più grandi di Venezia e di Padova.

 

 

 

Venezia

 

Relatio: Cap. XX

 

"Prima civitas huius provincie quam inveni vocatur Censcalan. Hec civitas bene magna est pro tribus Venetiis, distans a mari per unam dietam, posita super unum flumen, cuius aqua propter ipsum mare ascendit ultra terram bene duodecim dietis.."

 

"La prima città che incontrai in questa provincia fu Censcalan. Questa città è grande tre volte Venezia e dista dal mare circa una giornata di viaggio: è situata presso un fiume, la cui acqua risale dal mare entro la terraferma per dodici giornate di cammino..

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XX.

 

 

 

Odorico partì per il suo viaggio tra il 1315 e 1318.

 

Viene citata nella Relatio al capitolo XX nel confronto con Censcalan indicando che è grande tre volte Venezia.

 

 

 

Costantinopoli - Pera

 

Nome attuale: Istanbul, Turchia

 

Nome:  Costantinopoli. Vers. min. del RAM. 

 

Relatio: Redazione H (recensio anglica) - Cap. I

 

"Incipit itinerarium fratris Odorici ordinis fratrum minorum de mirabilibus orientalium Tartarorum. Licet multa et varia de ritibus et conditionibus huius mundi enarrentur a multis, tamen ego frater Odoricus de Foro Iulii de Portu Vahonis, volens transfretare ad partes infidelium, magna et mira audivi et vidi que possum veraciter enarrare. Primo transiens mare Maius me de Pera iuxta Constantinopolim Trapesundam transtuli, que Pontus antiquitus vocabatur. Hec terra est bene situata, sicut scala quedam Persarum et Medorum et eorum qui sunt ultra mare."

"Inizia il viaggio di Frate Odorico dell'ordine dei Frati Minori delle meraviglie dei Tartari d'Oriente. Quantunque molte cose e varie cose siano raccontate da molti intorno ai riti e alle condizioni di questo mondo, pure io, frate Odoricus da Foro Julius de Portu Vahon, volendo passare dalle parti degli infedeli, udii cose grandi e mirabili e vidi che posso dire loro sinceramente. Per prima cosa, attraversando il Mare Grande, mi sono trasferito da Pera, vicino a Costantinopoli, a Trebisonda, che anticamente si chiamava Ponto. Questo paese è ben situato, in un luogo che permette di entrare nelle terre dei Persiani e dei Medi, e di quelli che sono al di là del mare"

 

All'epoca Costantinopoli era un passaggio importante per i commerci e itinerari verso oriente. Era sede dell'Impero romano d'Oriente o Impero bizantino (anni 395-1204 e 1261-1453) e dell'Impero Latino (anni 1204-1261). L'origine della comunità francescana risale alla quarta crociata (1204) con una presenza nel centro di Costantinopoli, coh un convento presso l Agorà , cioè nella parte antica della città, confermata da un provvedimento di espulsione del 1307 emanato da Andronico II Paleologo nei confronti dei frati Minori.

 

Nel 1318 Odorico probabilmente soggiornò al monastero francescano a Galati detta anche Pera - dal vecchio nome in lingua greca del posto (Sykais Peran, alla lettera: Il campo di fichi dall'altra parte.) corrispondente all'attuale quartiere Beyoğlu di Istanbul. Le fonti riportano la notizia di una «vera e propria sede francescana nella Chiesa di S. Francesco che sorgeva nel sobborgo di Galata»

 

Luoghi francescani a Costantinopoli 

 

  

 

Trebisonda

 

Nome attuale: Trebisonda (Trabzon), Turchia, sponda nord-orientale del Mar Nero.

 

Nomi: Trapesonda; Trapesondam DOM.; Trepisonda, MAGL.; Trabisonda. Vers. min. del RAM.; Trapesonda, MARC.; Trepessundam, VENNI; Trapesondam, UTIN.

 

Relatio: Cap. I

 

 

"Nam primo transiens mare Maius me transtuli Trapesondam, que Pontus antiquitus vocabatur. Hec terra valde bene est situata: ipsa enim est scala quedam, videlicet Persarum, Medorum et omnium eorum qui sunt ultra mare."

 

"Dopo aver attraversato il mare grande, giunsi dapprima a Trapesonda, che anticamente si chiamava Ponto. È una città ben situata in un luogo che permette di entrare nelle terre dei persiani, dei medi e di tutti i popoli che vivono al di là del mare."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo I.

 

 

Lasciata Costantinopoli, via mare in direzione di Trebisonda, lungo la costa anatolica del Mar Nero. Nel Basso Medioevo, la città era la sede del cosiddetto impero di Trebisonda che era controllata dalla dinastia bizantina Comneno.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Trebisonda

Wikipedia - Simbolo Atanasiano

Bizanzio - L'Impero di Trebisonda

 

 

 

 

Arziron

 

Nome attuale: Erzurum, Turchia orientale

 

Nome: Artiron; Aziron DOM.; Carztron DOM. LAT.;  Arziron, VENNI; Aceron, UTIN.; Arzirai, FARS.; Azarum, HAK.; Arciron, MUS.; Caricon, BOLL.

 

Relatio: Cap. I

 

 

"Hinc recedens ivi in Armeniam maiorem ad quandam civitatem que vocatur Artiron. Hec civitas multum erat bona et opulenta multo tempore iam transacto, et adhuc esset nisi fuissent Tartari et saraceni, qui eam multum destruxerunt; nam ipsa multum abundat pane, carnibus et multis aliis victualibus preterquam vino et fructibus. Ista civitas multum est frigida; de ipsa enim dicunt gentes quod est altior terra que hodie habitetur in mundo. Hec etiam multum habet bonas aquas, cuius ratio hec esse videtur: nam vene harum aquarum oriri videntur et scaturire a flumine Eufrate, quod per unam dietam distans ab ista civitate labitur inde. Hec etiam civitas est via media eundi Thauris."

 

"Partendo da qui, andai nell’Armenia maggiore in una città chiamata Artiron. Nel tempo passato questa città era molto bella e ricca, e lo sarebbe anche ora, se non ci fossero stati i tartari e i saraceni che la distrussero in gran parte. Infatti vi è abbondanza di pane, di carni e di molte altre vettovaglie, a eccezione del vino e della frutta. Questa città è molto fredda, di essa la gente dice che è la più alta città oggi abitata nel mondo. Tuttavia ha grande quantità di buone acque, e questa ne sembra la causa: sembra che scaturiscano e vengano dal fiume Eufrate, che scorre alla distanza di circa una giornata di cammino da questa città. Questa città è anche la via media per andare a Thauris."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo I.

 

 

Arzen in epoca romana oggi si trova in Turchia orientale con il nome di Erzurum. . Odorico descrive che in passato è stata una bella e ricca città, ma è stata danneggiata da battaglie e assedi. "La città è molto fredda e la gente dice che è la città più alta che in questi giorni è abitata su tutta la faccia della terra". Presenta un clima tipicamente continentale, con inverni rigidi a -11 °C in media, ma a volte si raggiungono i -30 °C durante le pesanti nevicate invernali.

 

 

Sitografia

Wikipedia - Erzurum IT

Wikipedia - Erzurum EN

Wikipedia - Çobandede Bridge

Wikipedia - Çifte Minareli Medrese

 

 

 

 

Monte Sobissacalo

 

Nome attuale: Sconosciuto Hazankale

 

Nome: Sobissacallo; Sobissacelo VENNI; Sollisaculo UTIN; Bobis (PSobis) Sachalo FARS; Sobissacelo HAK; Sarbi-Sarbolo BOLL; Sollisaculo RAM; Sobissacallo MARC;

 

Relatio: Cap. II

 

"De hac civitate recedens ivi ad quendam montem qui vocatur Sobissacalo. In hac contrata est mons ille in quo est archa Noe, in quem libenter ascendissem si mea societas me prestolari voluisset."

 

"Lasciando questa città arrivai a un monte che si chiama Sobissacalo. In questa regione c’è il monte in cui si trova l’arca di Noè e vi sarei salito volentieri se i miei compagni avessero voluto aspettarmi."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo II.

 

 

Monte Sarbisacalo non è identificato con certezza. Odorico lo descrive come il luogo dove si trova l'Arca di Noè. Altre storie identificano questo luogo sul Monte Ararat, vicino dove Odorico potrebbe essere passato.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Ararat

 

 

 

Tauris

 

Nome attuale: Tabriz, Iran

 

Nome: Thauris 

 

Relatio: Cap. I, Cap III.

 

 

"De hac contrata recedens me transtuli Thauris, civitatem magnam et regalem, que Susis antiquitus vocabatur."

 

"Partendo da questa regione mi recai a Thauris, una grande e regale città, che anticamente si chiamava Susis."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo III.

 

 

Tabriz attualmente è la più grande città dell'Iran nord-occidentale. Nel periodo di Odorico, era parte di Ilkhanato, un khanato mongolo stabilito in Persia nel XIII secolo con stretti legami con l'Impero mongolo. Abu_Sa'id era il nono regnante dell'Ilkhanato (1316–1335). 

 

Tabriz. "Una grande città e reale." Questa città è stata confusa per tutto il Medioevo con Susa, una delle città dell'Impero persiano, che si trova al confine tra l'Iran e Mesopotamia, vicino alla moderna città di Dezful.

 

Viene nominata anche da Marco Polo nel Cap.25 del Milione.

 

 

Sitografia

Wikipedia - Tabriz

Wikipedia - Ilkhanato

Wikipedia - Abu Sa'id Bahadur Khan

Wikipedia - ILKHANID COINS - Christian Rasmussen Collection

 

 

Soldonia

 

Nome attuale: Soltaniyeh, Iran

 

Nome: Ut., Hak. Soldania ; Far. Solonia ; Bol. Soldolina; Marc. Soldonia.

 

Relatio: Cap. III

 

"Ab hac civitate scilicet Thauris recedens ivi per decem dietas ad quandam civitatem que vocatur Soldonia. In hac civitate tempore estivo moratur imperator Persarum; in hieme autem vadit ad quandam contratam que est supra unum mare quod vocatur mare Bachuc. Hec civitas magna est et frigida in se habens bonas aquas; ad quam civitatem portantur multa et magna mercimonia que illic venduntur."

 

"Partendo da questa città, cioè da Thauris, andai per circa dieci giornate di cammino fino ad arrivare a una città chiamata Soldonia. Durante l’estate in questa città viene a soggiornare l’imperatore dei persiani. Durante l’inverno invece va in una regione che sta vicino a un mare chiamato mare di Bacuc. Questa città è grande, ma fredda, e ha sorgenti di acque buone. In essa si trovano molte e grandi merci che vi vengono portate e vendute."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo III.

 

 

"In questo contesto, con la bolla Redemptor noster del 1º aprile 1318[2], papa Giovanni XXII eresse l'arcidiocesi di Soltania, corrispondente alla città di Soltaniyeh nel nord dell'odierno Iran, che era la capitale dell'Ilkhanato. "

 

Soltaniyeh. Nel Medioevo era una città principale della regione, sede dell'imperatore persiano durante l'estate.

 

L'edificio più noto fra le rovine dell'antica città è il mausoleo di Oljeitu. Questa struttura, eretta fra il 1302 ed il 1312, presenta la più antica doppia cupola del mondo, la cui importanza nel mondo islamico è paragonabile a quella della cupola del Brunelleschi per l'architettura cristiana.

 

Odorico cita anche il Mar Caspio chiamandolo mare di Bacuc (Bachuc), mare di Baku.

 

 

Sitografia

Wikipedia - Soltaniyeh

Wikipedia - Dome of Soltaniyeh

Wikipedia - Arcidiocesi di Soltaniyeh

 

Immagini

Soltaniyeh dome  - Farzad Yousefian, Gonbad Soltaniye, CC BY-SA 4.0

 

Bibliografia

Journal of the British embassy to Persia; embellished with numerous views taken in India and Persia; also a dissertation upon the antiquities of Persepolis - 1825 di William Price - PDF

 

 

 

Casan

 

Nome attuale: Kashan, Iran

 

Nome: Cassà, Vers. mag. del RAM.; Sabba, dove arrivarono i tre Magi, Vers. min. del RAM.; Chasan, MARC; Saba PAL;

 

Relatio: Cap. IV

 

"Ad quam dum sic irem per multas dietas, applicui ad civitatem trium Magorum, nomine Casan, civitatem regalem et magni honoris; verumtamen multum eam Tartari destruxerunt. Hec civitas multum abundat pane, vino et multis aliis bonis."

 

"Dopo aver camminato per molte giornate, arrivai alla città dei tre magi, di nome Casan: è una città regale e di grande onore, ma i tartari vi fecero grandi distruzioni. In questa città c’è abbondanza di pane, di vino e molti altri beni."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo IV.

 

 

 

Marco Polo afferma di aver visitato le tombe dei Magi nella città di Saba, a sud di Teheran, intorno al 1270: "In Persia è la città ch'è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch'andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co' capegli: l'uno ebbe nome Beltasar, l'altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente." (Il Milione, cap. 30).

 

Odorico cita anche Gerusalemme che indica distante 50 giornate da Casan.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Kashan

Wikipedia - http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2010/12/24/news/i-tre-magi-sepolti-a-colonia-1.1237118

Turismo Italia News - A Kashan, in Iran, sulle tracce dei Re Magi: da qui sarebbero partiti per portare in dono oro, incenso e mirra a Gesù Bambino

 

 

 

Gest

 

Nome attuale: Yazd, Iran

 

Nome: Gesti, MAGL.; Gest, Vers. mag. del RAM. MARC.; Geste, Vers. min. del RAM.

 

Relatio: Cap. V

 

"...Mare arenarum per unam dietam, quod mare est valde periculosum."

 

"Inde recedens ivi ad quandam civitatem nomine Gest, a qua distat mare arenosum per unam dietam, quod mare est valde mirabile et periculosum. In hac civitate est copia maxima victualium et omnium aliorum bonorum que iam dici possent; potissime autem ficuum illic copia maxima reperitur, uveque sicce et virides ut herba et multum minute illic reperiuntur melius et abundantius quam in alia parte mundi. Hec 125est tertia melior civitas quam Persarum imperator possideat in toto regno suo. De hac dicunt saraceni quod in ea nullus christianus ultra unum annum vivere umquam valet. Multa autem alia illic habentur."

 

"Partendo poi da qui, andai verso una città di nome Gest, dalla quale il mare di sabbia dista una giornata di cammino. Questo mare è davvero meraviglioso, ma pieno di pericoli. In questa città c’è abbondanza di vettovaglie e di tutti gli altri beni che si possano mai nominare. Soprattutto si trova qui una grandissima quantità di fichi, di uva secca e uva verde, nonché crescono qui erbe minute che sono migliori e molto più numerose che in qualsiasi altra parte del mondo. Questa è la terza città più bella che l’imperatore di Persia possiede in tutto il suo regno. Di essa i saraceni dicono che nessun cristiano vi può vivere più a lungo di un solo anno. Qui si trovano anche molte altre cose."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo V.

 

 

Yazd. Odorico potrebbe aver percorso un percorso diretto attraverso il Kurdistan e l'altopiano iraniano. La città più lontana della Persia verso l'India.

 

Riferisce che il "Mare di sabbia" è solo una distanza di un giorno. Questo mare è probabilmente il deserto Dast-i-Kaviy

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Yazd (IT)

Wikipedia - Yazd (EN)

Wikipedia - Dasht-e_Lut

Wikipedia - Dasht-e_Kavir 

 

 

 

Comum

 

Nome attuale: Kazerun - Bishapur

 

Nome: Comerum, YULE; Conium, VENNI; Comum, UTIN.; Coman, MUS.; Comerum, FARS.

 

Relatio: Cap. V

 

 

"Ab hac recedens et transiens per multas dietas et terras, ivi ad quandam civitatem nomine Comum, que antiquitus civitas magna fuit; hec maximum damnum intulit Rome, tempore iam transacto. Eius muri bene quinquaginta miliariorum per circuitum sunt capaces. In ea sunt palatia integra adhuc inhabitabilia, tamen multis autem victualibus ipsa abundat."

 

"Partendo da questa città e passando per molte regioni in tanti giorni di cammino, giunsi a una città di nome Comum, che anticamente era una grande città. I romani le inflissero grandi danni, in tempi ormai molto lontani. Le sue mura sono estese per una cerchia di cinquanta miglia. In essa vi sono molti palazzi intatti ma non abitabili. Tuttavia c’è abbondanza di molte vettovaglie."

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo V.

 

Qui Odorico sembra essere tornato indietro da Gest o Soldania.

 

Molti studiosi ipotizzano che Odorico possa avere visto le rovine di Persepoli situata a circa 50 chilometri a nord della attuale città di Shiraz.

 

Persepoli fu la capitale dell’antico impero persiano degli Achemenidi (550 - 331 a.C.), che nulla ebbero a che fare con Roma, allora ancora nella sua fase di formazione repubblicana.

 

Bishapur, antica capitale del regno persiano sasanide (224-642 d.C.) risponde alle caratteristiche di città che fece grandissmo danno ai Romani e “dove ci sono parecchi palazzi ancora in piedi, ma non vi abita nessuno” (Relatio, capitolo V).

 

Bishapur, situata vicino all'attuale Kazerun, potrebbe identificarsi con la Comum di Odorico. La città fu fondata nel 266 dC da Shapur I (241-272), che fu il secondo re sassanide e inflisse ai romani una triplice sconfitta, avendo ucciso Gordiano III, catturato Valeriano e costretto alla resa Filippo l'Arabo. Sono presenti sia a Nagsh-e Rostam che a Bishapur degli rilievi rupestri che testimoniano la disfatta dei Romani.

 

 

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Persepoli

Wikipedia - 

Wikipedia - 

 

 

 

Hus

 

Nome attuale: Sconosciuto. Dezful / Shush ???

 

Nome:Hus

 

Relatio: Cap. VI

 

"Ex hac recedens et veniens per multas terras et civitates, perrexi ad terram Iob nomine Hus, que est cunctorum victualium plena et multum pulcher situs. 126Penes hanc civitatem sunt montes in quibus sunt pulcherrima pascua pro animalibus abundanter; illic etiam melius manna et in maiori copia reperitur quam in aliqua terra que hodie sit in mundo. In ipsa etiam habentur quatuor bone perdices minori quam uno grosso. In ea etiam sunt pulcherrimi senes; ubi homines nent idest filant, mulieres vero non. Hec terra correspondet a capite Caldee versus tramontanam."

 

"Partendo da questa città e andando attraverso molte regioni e città, giunsi alla terra di Giobbe, che si chiama Hus, piena di ogni genere di vettovaglie e situata in un posizione molto bella. Nei pressi di questa città ci sono montagne in cui si trovano in abbondanza pascoli bellissimi per gli animali. Ivi si può avere anche la manna migliore e in maggiore quantità rispetto a qualsiasi altro paese del mondo. Inoltre, sempre in questa città, si può comperare una pernice per meno di un soldo veneziano. Ci sono anche delle persone anziane bellissime, e qui sono gli uomini che filano la lana, non le donne. Questa regione, verso tramontana, confina con l’inizio della Caldea."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo VI.

 

 

Descrive anche il luogo in cui viveva Giobbe biblico, Hus.  

 

 

Sitografia 

Wikipedia - Dezful 

Wikipedia - Shush (Susa)

 

 

 

Chaldea

 

Nome attuale: Sconosciuto. Caldea

 

Nome: Chaldea

 

Relatio: Cap. VI, Cap. VII

 

 

"Exinde exiens ivi in Caldeam, quod est regnum valde magnum; ad quam dum sic irem, ivi iuxta turrim Babel, que per quatuor dietas distat forte ab ea. In hac Caldea est sua lingua propria. In qua sunt pulchri homines, mulieres vero turpes. Illic homines compti vadunt et ornati ut hic mulieres: qui homines sunt portantes super capita sua fasciola aurea 127et de perlis; mulieres vero solum unam vilem interulam attingentem usque ad genua, habentemque manicas longas et largas, que usque ad terram protenduntur. Hee etiam mulieres vadunt discalciate, portantes serabulas usque ad terram; hee tricas non portant, sed earum capilli undique disparguntur. Hic autem sicut homines post ipsas mulieres vadunt, ita illic post homines mulieres incedunt.."

 

"Uscendo da Hus andai in Caldea, che è un regno molto grande, e andando verso di essa arrivai vicino alla torre di Babele, che si trova circa a quattro giornate di cammino. Questa terra di Caldea ha una propria lingua. Vi si trovano uomini belli, mentre le donne sono brutte. Qui gli uomini vanno in giro ornati ed eleganti come fanno da noi le donne. Questi uomini portano sul capo delle perle e piccole fasce dorate; le donne invece indossano soltanto una modesta tunica che arriva fino alle ginocchia con maniche lunghe e larghe, che giungono fino a terra. Queste donne vanno scalze e indossano pantaloni che toccano terra. Non portano trecce, ma i loro capelli sono tutti sparsi attorno al capo. Mentre qui da noi sono gli uomini che stanno dietro alle donne, qui invece sono le donne che camminano dietro agli uomini."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo VII.

 

 

 

Identificabile con l'Iraq moderno vicino a Baghdad. Qui passò accanto alla Torre di Babele.

 

 

 

 

 

Sitografia 

Wikipedia - Caldea 

Wikipedia - Torre di Babele

 

 

 

Ormes

 

Nome attuale: Hormuz

 

Nome: Ormes

 

Relatio: Cap. VII

 

"Ex hac India recedens et transiens per multas contratas, ad mare occeanum usque perveni. Prima autem terra ad quam applicui vocatur Ormes, que est terra valde bene murata, terra etiam multorum et magnorum mercimoniorum."

 

"Partendo da questa India e passando attraverso molti paesi, arrivai finalmente al mare oceano. La prima regione alla quale giunsi si chiama Ormes, che è una città con buone mura e vi si fanno molti e grandi affari di compravendita."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo VII.

 

Hormuz, o moderno Bandar-Abbas. Questo è il punto di arrivo per le carovane trans-iraniane. Odorico la considerava affollata e malsana.

 

Il frate italiano Odorico scrisse: “Ormes, una città solidamente fortificata (…) era situata su un’isola distante 5 miglia dal continente (…) visitata più di una volta da Ibn Battuta (…) era una città grande e raffinata che spuntava dal mare, e fungeva da mercato per tutti i prodotti indiani, distribuiti da qui in tutta la Persia. Le colline sull’isola erano di salgemma, da cui erano scolpiti vasi e piedistalli per le fonti di illuminazione”.

 

Abdurrazzak, l’inviato del re Rukh, aveva organizzato un viaggio fino alla corte indù di Vijayanagar, e nel 1442 si trovava a Hormuz; la descrisse come un mercato unico nel suo genere, frequentato da mercanti di tutti i Paesi dell’Asia, tra cui elencò Cina, Giava, Bengala, Tenasserim, Shahr-i-nao e le Maldive.

 

Ibn Battuta visitò Nuova Hormuz nel 1331-32 e poi nel 1347: “Siamo venuti a Nuova Hormuz, che è un’isola la cui città è chiamata Jarawn. Si tratta di una bellissima ed estesa città, con maestosi bazar, dal momento che è il porto dell’India e del Sind, da cui le merci indiane sono esportate ai due Iraq, Fars e Khorasan. È in questa città che risiede il sultano, e l’isola in cui è situata è estesa quanto il cammino di un giorno. La maggior parte delle sue acque salate e colline di sale, sono chiamate di ‘sale darabi’; con questo producono a mano recipienti ornamentali e piedistalli su cui stabiliscono illuminazioni. La loro alimentazione consiste in pesce e datteri secchi esportati da al-Basra e dall’Oman. Dicono nella loro lingua ‘khurma va mahi luti padishdni’, che significa ‘datteri e pesce sono un piatto regale’. Su quest’isola l’acqua è un bene costoso; ha sorgenti d’acqua e cisterne artificiali in cui si raduna l’acqua piovana, un po’ fuori dalla città. Gli abitanti si recano lì con borracce, che riempiono e portano sulla schiena fino al mare, le caricano sulle imbarcazioni, e le portano in città”. Fonte: https://www.ilfarosulmondo.it/hormuz-alla-scoperta-delliran/

 

 

 

Sitografia 

Wikipedia - Hormuz

Wikipedia -

 

 

Tana

 

Nome attuale: Thane / Mumbai

 

Nome: Tana

 

Relatio: Cap. VII, Cap. VIII

 

"In hac contrata homines utuntur navigio quod vocatur iase, sutum solummodo spago. In uno istorum navigiorum ego ascendi, in quo nullum ferrum potui in aliquo reperire. In quod dum sic ascendissem in viginti octo dietis me transtuli usque ad Tanam, in qua pro fide Christi quatuor fratres passi fuerunt martyrium gloriosum.

 

Hec autem terra multum bene est situata. In ea magna copia panis, vini et arborum reperitur. Hec terra antiquitus fuit valde magna: nam ipsa fuit terra regis Pori, qui 129cum rege Alexandro prelium maximum iam commisit. Huius terre populus idolatrat: nam adorant ignem, serpentem et arbores. Hanc terram regunt saraceni, qui eam ceperunt violenter, nunc subiacentes imperio Daldili. In hac reperiuntur diversa genera bestiarum, in qua potissime sunt leones nigri in maxima quantitate; sunt etiam ibi simie et catti maimones et noctue ibi magne sicut hic habentur columbe; ibi etiam mures sunt ita magni sicut hic sunt scerpi, ideoque illic canes capiunt mures, quia murelegi ad hoc nichil valent. In hac etiam contrata quilibet homo ante domum suam habet unum pedem fasiolorum ita magnum sicut hic esset una columna; hic pes fasiolorum minime desiccatur, dummodo sibi exhibeatur aqua."

 

"In questo paese gli uomini si servono di piccole imbarcazioni che chiamano jasse e sono cucite soltanto con lo spago. Su una di queste sono salito anch’io e non vi potei trovare nessun pezzo di ferro. Dopo essere salito in uno di questi battelli, in ventotto giorni mi trasferii a Tana, una città nella quale quattro nostri fratelli patirono un glorioso martirio per testimoniare la loro fede in Cristo.

 

Questa regione è in una posizione molto bella. Vi si trova abbondanza di pane, di vino e di alberi. Nell’antichità questa regione fu molto grande, infatti costituiva il regno di Porro, che ingaggiò grandi battaglie contro il re Alessandro. Il popolo di questa terra è idolatra: infatti adora il fuoco, il serpente e gli alberi. I saraceni governano questa terra, avendola conquistata con la violenza, ma ora sono sudditi dell’impero di Daldilo.

In questo paese si trovano diverse specie di animali, fra i quali ci sono soprattutto leoni neri in grande quantità. Ci sono anche scimmie e gatti mammoni e pipistrelli grandi come le colombe da noi. Ci sono anche dei topi grandi come serpenti, perciò qui sono i cani che vanno a caccia dei topi, in quanto i gatti non sono capaci di prenderli.

In questa regione poi ogni uomo davanti alla propria casa ha un gambo di fagiolo grande come una colonna. E questo gambo non si secca per niente, purché venga innaffiato con l’acqua."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo VII.

 

 

Una città sull'isola di Salsetta, vicino alla moderna Bombay. Recupera le reliquie di quattro frati francescani giustiziati dai musulmani nell'aprile del 1321.

 

 

 

 

 

Minibar

 

Nome attuale: Malabar, costa sud occidentale dell'India

 

Nome: Minibar

 

Relatio: Cap. IX

 

"Ut autem sciamus quomodo habetur piper, sciendum est quod in quodam imperio ad quod applicui, nomine Minibar, nascitur ipsum piper et non in aliqua alia parte mundi nisi ibi. Nemus enim in quo nascitur continet in se bene decem et octo dietas, et in ipso nemore sunt due civitates: nomen unius est Flandrina, alterius vero Singuli."

 

"Per conoscere come si coltiva e nasce il pepe, si deve sapere che lo si trova soltanto in un impero a cui giunsi e che si chiama Minibar14, e non c’è nessun’altra parte del mondo in cui nasce, se non in quel paese. Il bosco in cui spunta la pianta del pepe si estende per diciotto giornate di cammino e al suo interno vi sono due città: il nome della prima è Flandrina e l’altra si chiama Cingilin."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo IX.

 

 

 

Probabilmente la regione di Malabar della costa sud occidentale dell'India. Descrive come viene raccolto il pepe.Qui cita la presenza di due città, Flandrina e Cingilin.

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Malabar

 

 

 

Polumbum

 

Nome attuale: Quilon / Kollam

 

Nome:Polumbum

 

Relatio: Cap. X

 

"A capite huius nemoris versus meridiem est quedam civitas nomine Polumbum, in qua nascitur melius zinziber quod nascitur in mundo; tot et tanta mercimonia sunt in hac civitate quod quasi incredibile videtur."

 

"All’inizio di questo bosco, dalla parte che volge a mezzogiorno, c’è una città di nome Polumbo, in cui nasce il migliore zinziber (zenzero) che ci sia al mondo. In questa città ci sono così tante e così abbondanti mercanzie che sembra una cosa quasi impossibile."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo X.

 

 

 

Nel racconto Odorico cita una località indiana con il nome di Polumbo, oggi chiamata Quilon (Kollam) situata sulla costa indiana del Kerala.

 

Quilon, vicino alla punta meridionale dell'India; "in cui è cresciuto il migliore zenzero di tutto il mondo."

 

 

 

 

Dio Bue

"Tutti gli abitanti di questo paese adorano come Dio un bue, che considerano un animale sacro: lo fanno lavorare per sei anni e poi nel settimo viene posto in comune. Mantengono e osservano sempre il seguente rito: ogni giorno al mattino prendono due bacili di oro o di argento e dopo aver fatto uscire il bue dalla stalla, li pongono sotto di lui. In uno di essi raccolgono l’urina, nell’altro invece lo sterco. Con l’urina si lavano la faccia; con lo sterco invece dapprima ne pongono un po’ in mezzo al volto, poi su entrambe le sommità delle guance e infine in mezzo al petto, così distribuendolo in quattro parti del corpo. Dopo aver fatto tutto questo, dicono di essere santificati, e così fa il popolo, e anche fanno così il re e la regina."

 

 

Idolo metà uomo, metà bue

"Gli abitanti di questo paese adorano anche un altro idolo, che per metà ha figura umana, e nell’altra metà ha l’aspetto di un bue. Questo idolo risponde con la sua bocca e molte volte domanda il sangue di quaranta vergini. Gli uomini e le donne danno in voto a questo idolo i propri figli e figlie, come da noi la gente dà in voto i propri figli o figlie a qualche ordine religioso. Così gli uomini uccidono davanti a questo idolo i propri figli o figlie, immolando il loro sangue, tanto che molti muoiono in questo modo. Ci sono molte altre cose che fa questo popolo, ma sarebbe un abominio scriverle e ascoltarle. In questa isola accadono molte altre cose che non vale la pena di descrivere."

 

Alla morte del marito si brucia insieme la moglie.

"Gli idolatri di questo regno hanno anche un’altra pessima consuetudine. Infatti, quando muore un uomo, ne bruciano il corpo e se ha una moglie, anch’essa viene bruciata viva, poiché dicono che così sarà insieme con lui anche nell’altro mondo. Ma se la moglie ha figli da questo marito, li può tenere e stare con loro, se vuole, la qual cosa non viene considerata vergognosa. Se invece è la moglie che muore per prima, la legge non impone all’uomo di morire sul rogo: egli può sposare un’altra donna, se così vuole."

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_Kollam

 

 

 

 

Mobar

 

Nome attuale: Malabar, parte settentrionale della regione indiana del Kerala. (Madras / Mylapore)

 

Nome: Mobar

 

Relatio: Cap. X

 

"Ab hoc regno sunt decem diete usque ad unum aliud regnum nomine Mobar, quod est multum magnum regnum habens in se multas civitates et terras. In hoc etiam regno positum est corpus sancti Thome apostoli, cuius ecclesia plena est multis idolis; penes etiam quam ecclesiam sunt forte quindecim domus nestorinorum, idest christianorum qui sunt nequissimi et pessimi heretici."

 

"Da questo regno occorrono dieci giornate di cammino per giungere a un altro regno di nome Mobar, che è molto grande e ha nei suoi confini molte città e regioni. In questo regno si trova il sepolcro di san Tommaso apostolo e la chiesa a lui dedicata è piena di molti idoli. Accanto a questa chiesa ci sono circa quindici case di nestoriani, cioè di cristiani eretici, molto cattivi e pessimi.."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo X.

 

 

 

 

Qui il racconto di Odorico colloca la presunta tomba dell'apostolo Tommaso. Afferma la presenza di una comunità di cristiani nestoriani.

 

 

Idolo d'oro

 

"Similiter in hoc regno est unum idolum mirabile valde, quod omnes contrate Indie multum reverentur. Nam ipsum est tam magnum sicut sanctus Christophorus communiter depingitur a pictoribus; et est totum de auro puro, positum super unam magnam cathedram que etiam est de auro; et habet ad collum unam cordam de lapidibus pretiosis, que etiam corda pretium multum valet. Eius ecclesia tota est de auro puro; nam tec157tum est totum de auro similiter et pavimentum."

 

"Similmente in questo regno c’è un idolo davvero degno di ammirazione, che tutti gli abitanti dell’India riveriscono. Ha una grandezza enorme, simile a quella che i pittori da noi usano per rappresentare il nostro san Cristoforo, ed è tutto di oro puro, collocato sopra una grande cattedra, anch’essa tutta d’oro. Al collo porta una collana di pietre preziose, e anche questa collana è di grande valore. La sua chiesa è tutta di oro puro. Perfino il tetto e anche il pavimento sono tutti di oro puro."

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XI.

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Mylapore

 

 

 

Lamori

 

Nome attuale: Lamreh, isola di Sumatra settentrionale

 

Nome: Lamori

 

Relatio: Cap. XII

 

 

"De hac contrata recedens et iens versus meridiem, veni per mare occeanum quinquaginta dietis ad unam contratam que vocatur Lamori, in qua incepi amittere tramontanam cum terra acceperit eam michi."

 

"Partendo da questa regione e andando verso sud, giunsi attraverso il mare oceano dopo cinquanta giornate in un paese che si chiama Lamori; cominciai a perdere la tramontana quando toccai quella terra."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XII.

 

 

 

Lamori forma la parte settentrionale di Sumatra. È qui che l'Odorico descrive la perdita della vista della stella nord, essendo stata intersecata dalla terra.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Lamuri Kingdom

 

 

 

 

 

Sumatra

 

Nome attuale: Sumatra, isola di Sumatra meridionale

 

Nome: Sumoltra

 

Relatio: Cap. XII

 

"In hac eadem insula versus meridiem est aliud regnum nomine Sumoltra, in quo est gens valde singularis, signans se ferro parvo et calido bene in duodecim locis in facie; et hoc faciunt tam homines quam mulieres. Hii semper gerunt bellum cum hiis qui vadunt nudi. In hac contrata est magna copia rerum.

Penes quam est unum aliud regnum nomine Bothenigo versus meridiem. Multa que non scribo nascuntur in hoc regno."

 

"In quest’isola, nella parte meridionale, c’è un altro regno che si chiama Sumoltra, dove c’è un popolo molto singolare, che si fa dei segni con un piccolo ferro caldo in dodici posti del viso, e fanno così sia gli uomini che le donne. Questi abitanti sono sempre in guerra con gli altri, quelli che vanno in giro nudi. In questa regione c’è però grande abbondanza di ogni cosa.

Accanto a questa isola c’è un altro regno di nome Bothenigo, situato a sud e anche in questo regno accadono molte cose che qui non scrivo."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XII.

 

 

Odorico chiama in questo modo la parte meridionale di Sumatra e parla di un popolo singolare che si fa segni con un ferro caldo in diversi punti del viso. Indica che accanto a questa isola c'è un altro regno di nome Bothenigo, località non precisata dell'arcipelago indonesiano.

 

 

 

 

Java

 

Nome attuale: Java

 

Nome: Giava, Iava, Iana

 

Relatio: Cap. XIII

 

"Penes hoc regnum est una magna insula nomine Iava, que bene tribus millibus miliarium circumdatur. Rex huius Iave habet sub se bene septem reges corone. Hec insula multum bene habitatur, et est secunda melior insula que habetur in mundo. In ipsa enim nascitur ganfora et nascuntur cubebe, melegete nucesque muscate multeque alie species pretiose; in ea etiam est magna copia victualium preterquam vini."

 

"Accanto a questo regno c’è una grande isola di nome Giava, attorno alla quale si può girare per più di tremila miglia. Il re di Giava ha sotto di sé ben sette altri re tutti incoronati. Quest’isola è abitata molto bene ed è la seconda isola più bella che ci sia al mondo. In essa nasce la canfora e vi crescono cubebe, melaghette e noci moscate e molte altre specie di erbe preziose."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XII.

 

 

La definisce la seconda isola più bella che ci sia al mondo. Si trova la canfora, le cubebe detto anche pepe di Giava, meleghette detta anche melegueta o grani del Paradiso e noci moscate e molte altre erbe preziose.

 

Vi è grande abbondanza di vettovaglie, a eccezione del vino. Il re di quest’isola possiede un palazzo davvero meraviglioso. Infatti è di una grandezza enorme e le sue scale sono imponenti, alte e larghe. Esse hanno uno scalino d’oro e un altro d’argento, così come il pavimento del palazzo è d’oro da un lato e d’argento dall’altro. I muri di questo palazzo sono tutti ricoperti all’interno di lastre d’oro, sulle quali sono scolpiti cavalieri anch’essi d’oro, che portano attorno al capo un’aureola d’oro come hanno i nostri santi. E tutta questa aureola è piena di pietre preziose. Inoltre anche il tetto di questo palazzo è d’oro puro. Per dirla in breve e giungere alla conclusione: questo palazzo è più ricco e più bello di qualsiasi altro palazzo che ci sia oggi nel mondo. Il Gran Khan del Catai21 fu molte volte in guerra contro questo regno di Giava, ma questo re riuscì sempre vincitore e lo superò.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

http://gutenberg.net.au/ebooks06/0605401h.html#ch06

 

 

 

Borneo

 

Nome attuale: Borneo

 

Nome: Panten, Panthen /  Thalamasyn, Thalamasyn

 

Relatio: Cap. XIV

 

 

"Penes hanc contratam est una alia contrata nomine Panthen, quam alii vocant Thalamasin. Rex autem huius contrate multas insulas habet sub se. In hac contrata inveniuntur arbores farinam producentes, alique etiam producentes mel, similiter et vinum faciunt; ultimo etiam arbores illic inveniuntur que venenum producunt, quod est periculosius venenum quod hodie sit in mundo, nam contra ipsum non invenitur aliquod remedium nisi unum."

 

"Nei pressi di questa regione c’è un altro paese di nome Panthen, che alcuni chiamano Thalamasin. Il re di questo paese domina su molte isole. In questo paese si trovano alberi che producono farina, altri che producono miele e altre piante dalle quali similmente si può fare il vino. Infine in questo paese si trovano anche piante velenose, e il loro veleno è il più pericoloso che ci sia al mondo. Infatti contro di esso non si trova alcun rimedio, se non uno solo."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XIV.

 

Veleno

"In questo paese si trovano alberi che producono farina, altri che producono miele e altre piante dalle quali similmente si può fare il vino. Infine in questo paese si trovano anche piante velenose, e il loro veleno è il più pericoloso che ci sia al mondo. Infatti contro di esso non si trova alcun rimedio, se non uno solo. Se qualcuno avesse mangiato un frutto velenoso di questa pianta, deve prendere un po’ di sterco umano e scioglierlo nell’acqua; poi lo deve bere e subito sarà liberato da quel veleno."

 

Pane

"Gli alberi che producono farina lo fanno nel modo seguente. Si tratta infatti di grandi piante, molto alte; le tagliano con una scure intorno al piede, così che una specie di liquido esce fuori, come una colla23. Mettono poi questo liquido in sacchetti fatti di foglie, che lasciano al sole per quindici giorni. E passati questi quindici giorni questo liquido si trasforma in farina. Allora pongono questa farina in acqua marina, e poi la lavano con acqua dolce. E così fanno una pasta buona con quanto hanno reso mondo, e con essa fanno ciò che vogliono, sia cibo, sia un pane molto buono, che anch’io fra’ Odorico ho mangiato. Tutte queste cose le ho viste con i miei occhi: questo pane poi all’esterno è molto bello, ma all’interno è alquanto ner

 

Mare dei morti

"Sulla costa meridionale di questo paese si trova il Mare dei Morti, l’acqua del quale scorre sempre verso sud; se qualcuno poi va presso la riva di questo mare e cade in acqua, non si riesce mai a ritrovarlo."

 

Canne di cassan

"In questa regione ci sono anche delle canne lunghe più di sessanta passi: sono alte come alberi. Si trovano anche canne chiamate cassan, che crescono per terra come la gramigna e in qualche nodo producono ramificazioni che sono lunghe un miglio. In queste canne si trovano pietre, che non si possono incidere o rompere con nessun ferro, se uno le ha sopra la testa; e gli uomini di questa regione portano pietre di questo tipo sopra la testa. Perciò, data la qualità che hanno queste pietre, gli uomini prendono i propri bambini, quando si fanno un taglio nel braccio, e mettono una di queste pietre sul taglio e, affinché quella piccola ferita subito guarisca, vi mettono la polvere di un pesce, così quella piccola ferita subito sparisce. E poiché queste pietre hanno tanto grande potere, gli uomini di questo paese le portano con sé e diventano forti in guerra e grandi corsari in mare. Se quando navigano in mare, vengono attaccati da qualcuno, si adopera questo rimedio. Portano con sé dei pali molto aguzzi di legno durissimo e anche frecce senza ferro, e poiché quelli che li attaccano sono male armati, quelli che navigano per mare li feriscono e li trafiggono con questi pali molto appuntiti e con le frecce. E in tal modo essi si difendono valorosamente dai loro nemici. Con queste canne di cassan si fabbricano anche vele per le navi, piccole capanne, sedili e molte altre cose utili per loro."

 

 

Odorico si riferisce a un paese chiamato Panten o Thalamasyn. Descrive alberi che producono farina e descrive "canne o canne come grandi alberi lunghi sessanta passi"; bambù. (Palm Sago) Altri alberi che producono mielee altre piante che similmente si può fare del vino.Ci sono piante molto velenose, definisce il loro veleno il più pericoloso del mondo.

 

Indica che sulla costa meridionale di questo paese si trova il Mare dei Morti, l'acqua scorre sempre verde verso sud.

 

Descrive accuratamente anche il bamboo chiamandolo cassan. Viene usato per produrre vele per le navi, piccole capanne, sedili e molte altre cose utili.

 

Parla di pietre durissime estratte dal bamboo. Vengono usate per le loro proprietà curative sui tagli. Probabilmente descrive il tabasheer, una sostanza dura, biancastra, traslucida, estratta dalle articolazioni di bambù. Composta principalmente da silice pura, questa gemma erbacea opalescente è molto apprezzata in Oriente per scopi medicinali ed è stata a lungo considerata una pozione d'amore di poteri quasi mitici.

 

Secondo la credenza orientale tradizionale, essere in un boschetto di bambù (una dimora preferita del Buddha) ripristina la calma e stimola la creatività. Chiamato "tian zhu huang" in mandarino, che si traduce in "bambù celeste giallo", il tabasheer è una sostanza versatile e molto richiesta, descritta come di natura fredda e dal sapore dolce. Anche se i tabasheer provengono da diversi tipi di bambù, la maggior parte delle secrezioni silicee di questa erba sono state trovate in Melocanna baccifera, Bambusa textilis e Gigantochloa apus.

 

 

Sitografia

Wikipedia - Tawalisi 

Wikipedia - Urduja

Wikipedia - Thalamasin

Wikipedia - 

Wikipedia - Tabasheer

 

 

 

The years 1316-1318 can be traced back to the Majapahit Empire, the greatest, powerful and gloriest empire ever in the archipelago. It was a vast archipelagic empire based on the island of Java from 1293 to around 1500. Majapahit reached its peak of glory during the era of Hayam Wuruk, whose reign from 1350 to 1389 was marked by conquest which extended through Southeast Asia. His achievement is also credited to his prime minister, Gajah Mada. Majapahit was an empire of 98 tributaries, stretching from Sumatra to New Guinea; consisting of present-day Indonesia, Singapore, Malaysia, Brunei, southern Thailand, Sulu Archipelago, Philippines, and East Timor.

 

Odoric also reported: "Near to this country is another which is called PANTEN, but others call it THALAMASYN, the king whereof hath many islands under him. Here be found trees that produce flour, and some that produce honey, others that produce wine, and others a poison the most deadly that existeth in the world. For there is no antidote to it known except one; and that is that if anyone hath imbibed that poison he shall take of stercus humanum and dilute it with water, and of this potion shall he drink, and so shall he be absolutely quit of the poison. [And the men of this country being nearly all rovers, when they go to battle they carry every man a cane in the hand about a fathom in length, and put into one end of it an iron bodkin poisoned with this poison; and when they blow into the cane, the bodkin flieth and striketh whom they list, and those who are thus stricken incontinently die.]" This could be the Kalimantan Island. Thalamasin could be Banjarmasin and mention of the Sumpit or blow-pipe of the aborigines. (http://grahamhancock.com/phorum/read.php?1,354403,1028107)

 

Bezoar

 

http://alwestmeditates.blogspot.it/2015/11/odoric-on-sago.html

 

 

 

Campa

 

Nome attuale: Annam, probabilmente area della costa tra Cambogia e Vietnam meridionale.

 

Nome: Campa, Zampa

 

Relatio: Cap. XV

 

 

"Ab isto regno per multas dietas distat aliud regnum nomine Campa, cuius contrata multum est pulchra; nam in ipsa est magna copia omnium victualium et bonorum."

 

"A distanza di molte giornate di cammino da questo regno, si trova un altro regno di nome Campa, il cui territorio è molto bello: infatti in esso c’è grande abbondanza di ogni vettovaglia e di altri beni."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XV.

 

 

 

Descrive il paese come molto bello con grande abbondanza di ogni vettovaglia e di altri beni, la diffusa presenza di elefanti addomesticati, l'abbondanza di pesce e descrive un fenomeno che si verifica una volta all'anno quando arriva tanto pesce sulla costa da poterne raccoglierne direttamente in riva al mare. In questo paese Odorico afferma di aver visto una testuggine più grande di una delle cupole della basilica di Sant'Antonio di Padova.

 

Odorico riferisce dell'usanza di origine Hindù, Sati, che se muore uno che ha moglie, il suo corpo viene bruciato, e anche la moglie viene bruciata viva. Questa usanza era in uso nel regno di Champa, nel 1307 il re chăm Jaya Siṃhavarman III ("Che Man"), fondatore del tempio tuttora esistente di Po Klaung Garai nel Panduranga, cedette due distretti settentrionali al Dai Cô Viêt in cambio della mano di una principessa vietnamita. Il re tuttavia morì poco dopo le nozze e la principessa ritornò nel Dai Cô Viêt per evitare di seguire il costume chăm secondo il quale avrebbe dovuto accompagnare il marito nella morte.

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Annam

https://it.wikipedia.org/wiki/Champa#Il_declino_(XIII-XV_secolo)

 

 

 

Nicobar / Andaman Islands

 

Nome attuale: Isole Andemane / Nicobare

 

Nome: Nichonoram,

 

Relatio: Cap. XVI

 

 

"De hac contrata recedens et navigans per mare occeanum versus meridiem, reperi multas insulas et contratas, quarum una est que vocatur Nichonoram. Hec insula magna est, circuens bene per duo milia miliaria; in qua homines et mulieres facies caninas habent. Hii unum bovem adorant pro deo suo, propter quod unusquisque unum bovem de auro vel argento in fronte semper portat, in signum quod ille bos est deus eorum."

 

"Partendo da questo paese e navigando per l’Oceano in direzione sud, incontrai molte isole e regioni, tra le quali una si chiama Nichonoram.

Quest’isola è molto grande e ha una circonferenza di duemila miglia; gli uomini e le donne di queste isole hanno facce canine. Adorano come loro dio il bue, per cui ognuno porta sempre sulla fronte un bue d’oro o d’argento, come segno che il bue è il loro dio."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XVI.

 

 

Descrive questo popolo come uomini e donne hanno facce canine.

 

L'arcipelago si trova sull'antica rotta commerciale dei monsoni dell'Oceano Indiano da e verso la Cina, come documentato dal manoscritto arabo Akhbar Al-Sin wa'l-Hind (trad. "Relazione sulla Cina e sull'India") scritto a metà del nono secolo da mercanti islamici. L'arcipelago costituiva una tappa per i rifornimenti dei convogli, senza che vi fosse sviluppo di colonie commerciali sulle isole[3].

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

https://it.wikipedia.org/wiki/Andamane#Storia

 

After the above description concerning the bamboo and rattan there follows a description of three islands which has puzzled many a critic, principally because it does not appear to refer to any islands in the vicinity of Java. These three islands bear the names of Nicoverra or Nicoveran, Sillan, and Dondin.

 

We are inclined to believe that the reference made to these islands has been interpolated from Marco Polo's work. Marco Polo describes Nicoveran (Nicobar Island) and Sillan (Ceylon). Dondin or Dondyn may refer to Candin or Candyn. If we turn to Martin Behaim's globe, 1492, or to any of the globes or maps which bear Marco Polo's nomenclature, we shall find all the islands in question set down in the vicinity of Java, which appears to solve the mystery.

 

The Discovery of Australia

Author: George Collingridge

 

Fonte: http://doglawreporter.blogspot.it/2012/03/dogs-of-marco-polo.html 

 

 

 

 

Silan

 

Nome attuale: Ceylon, Sri Lanka

 

Nome: Silan

 

Relatio: Cap. XVII

 

"Alia est etiam insula nomine Silan, circuens bene per plura quam duo milia miliarium. In qua sunt serpentes infiniti multaque alia animalia silvestria in maxima quantitate, ut potissime elephantes."

 

"C’è anche un’altra isola di nome Silan, che si estende per una circonferenza di oltre duemila miglia. In essa c’è un numero infinito di serpenti e si trovano anche molti altri animali selvatici in grande quantità, soprattutto elefanti."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XVII.

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Dondin

 

Nome attuale: Filippine ???

 

Nome: Dondin

 

Relatio: Cap. XVIII

 

"De hac insula recedens et pergens versus meridiem, ad quandam magnam insulam applicui que vocatur Dondin, quod idem est quod “immundum”. In hac insula mali homines commorantur; nam ipsi carnes crudas comedunt, et omnem aliam immunditiam que iam dici posset."

 

"Partendo da questa isola e dirigendomi verso sud, sbarcai su di una grande isola chiamata Dondin, un nome che significa «immondo». In questa isola abitano uomini cattivi che mangiano carne cruda e ogni altra immondizia che si possa immaginare."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XVIII.

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Manzi

 

Nome attuale: Cina meridionale

 

Nome: Manzi o India Superiore

 

Relatio: Cap. XIX

 

"Ubi sciendum est quod, dum navigarem per mare occeanum versus orientem per multas dietas, ad illam nobilem provinciam Manci ego veni, quam Indiam vocamus superiorem. De hac India diligenter quesivi christianos, saracenos, idolatras omnesque officiales magni canis, qui omnes uno ore loquuntur et dicunt quod hec provincia Manci habet bene duo milia magnarum civitatum; que in tantum sunt magne ille civitates, quod neque Vincencia neque Tarvisium in earum numerum ponerentur."

 

"Si deve sapere che mentre navigavo sull’Oceano verso Oriente per molte giornate, arrivai alla nobile provincia di Manzi, che noi chiamiamo India superiore. Circa questa regione interrogai diligentemente cristiani, saraceni, idolatri e tutti gli ufficiali del Gran Khan, che tutti concordi dichiarano e affermano che questa provincia di Manzi ha sicuramente duemila grandi città, così grandi che, presso di loro, né Vicenza, né Treviso sarebbero considerate tali."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XIX.

 

 

Afferma che in questa regione ci sono grandi città con una grande moltitudine di gente, grandissima abbondanza di pane, di vino di riso, di carni, di pesci e di ogni genere di vettovaglie.

 

Oche (Anser Cygnoides)

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Censcalan

 

Nome attuale: Canton / Quangzhou /

 

Nome: Censcalan

 

Relatio: Cap. XX

 

"Prima civitas huius provincie quam inveni vocatur Censcalan. Hec civitas bene magna est pro tribus Venetiis, distans a mari per unam dietam, posita super unum flumen, cuius aqua propter ipsum mare ascendit ultra terram bene duodecim dietis.."

 

"La prima città che incontrai in questa provincia fu Censcalan. Questa città è grande tre volte Venezia e dista dal mare circa una giornata di viaggio: è situata presso un fiume, la cui acqua risale dal mare entro la terraferma per dodici giornate di cammino.."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XX.

 

 

 

"In essa ci sono le oche più grandi e belle e di miglior aspetto che oggi ci siano nel mondo. Una delle loro oche è grande come due delle nostre e sono tutte bianche come il latte, hanno sulla testa un osso grande come un uovo e di colore del sangue. Sotto la gola, queste oche hanno una pelle che pende fino a metà collo. Sono oche molto pingui e una di esse, ben cotta e condita, si può comprare con un soldo. Quanto detto sulle oche, si può dire anche delle anatre e delle galline che sono così grosse da suscitare molta meraviglia."

 

 

"Qui ci sono anche i serpenti più grandi che esistano al mondo. Gli abitanti spesso li catturano e poi li mangiano come cibi prelibati, perciò sono considerati un piatto così solenne che, se qualcuno facesse un banchetto senza uno di questi serpenti, si direbbe che non faccia niente."

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Zaiton

 

Nome attuale: Quanzhou

 

Nome: Zayton, Zaiton

 

Relatio: Cap. XXI

 

"De hac contrata recedens Indie et transiens per multas civitates et terras, veni ad quandam nobilem terram nomine Caytan, in qua fratres minores sunt et habent duo loca...  

In hac civitate est magna copia omnium illorum que necessaria sunt humane vite; nam tres libre et octo uncie zucari illic habentur minori dimidio grosso. Hec civitas ita magna est, sicut bis esset Bononia."

 

"Partendo da questa regione dell’India e passando per molte città e paesi, giunsi a una nobile città che si chiama Zaiton, nella quale ci sono i frati minori che vi hanno due conventi. ...

In questa città c’è grande quantità di tutti quei beni che sono necessari per la vita umana: qui si possono comperare tre libbre e otto once di zucchero per meno di mezzo soldo veneziano. Questa città è grande come due volte Bologna."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXI.

 

 

 

Non identificabile ma probabilmente non lontano da Zhangzhou (Amoy). Odorico sbarca le ossa dei tre martiri di Tana

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

https://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Zayton

 

 

 

Fuzo

 

Nome attuale: Fuzhou, costa orientale della Cina

 

Nome: Fuco

 

Relatio: Cap. XXII

 

"De hac contrata recedens, veni versus orientem ad quandam civitatem nomine Fuco, que bene circuit per triginta miliaria. In qua sunt maiores galli qui sunt in mundo; galline vero sunt albe ut nix, non habentes pennas sed solum lanam ut pecus. Hec civitas est multum pulchra, sita supra mare."

 

"Partendo da questo paese, andai verso Oriente e giunsi a una città di nome Fuco, che ha una cinta muraria di trenta miglia. In questa città ci sono i galli più grandi che ci siano al mondo e le galline sono bianche come la neve, e non hanno penne ma solo la lana come le pecore. Questa città è molto bella, situata sopra il mare."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXII.

 

 

 

Dopo essere partito da qui ha viaggiato per 18 giorni attraverso molte città prima di arrivare a una grande montagna. Su un lato della montagna tutti gli animali erano neri, dall'altra parte erano bianchi.

 

 

 

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

https://it.wikipedia.org/wiki/Fuzhou

 

 

 

Belsa ???

 

Nome attuale: Sconosciuto

 

Nome:Belsa

 

Relatio: Cap. XXII

 

"Hinc transiens per decem et octo dietas per multas civitates et terras et veniens ad unum magnum flumen, applicui ad unam magnam civitatem, que per transversum istud flumen habet unum pontem, in cuius capite in domo cuiusdam hospitis habui hospitari. Qui, michi volens complacere, dixit: «Si tu vis videre piscari, veni mecum». Et sic me duxit super istum pontem, in quo dum essem aspexi et vidi in illis suis barcis mergos super perticas alligatos; quos postea homo ille uno filo ligavit ad gulam, 185ne illi pisces capientes illos comedere possent. Unde in una barca posuit tres magnas cistas: unam ab uno capite navis, aliam ab alio, tertiam vero in medio. Dum autem hoc sic fecisset, dissoluit illos mergos, qui se postea in aquam submergebant; et sic pisces quam plurimos capiebant, quos ipsimet postea in illis cistis ponebant, ita quod in parva hora omnes ille ciste fuerunt plene. Dum autem essent plene, a collo eorum filum illud accipiebat et eos in aquam se submergere permittebat, ut inde pisces pascerentur; cum autem pasti sunt, ad loca propria revertuntur, et eos ibi ligavit sicut prius ligati fuerant. Ego autem de illis piscibus manducavi."

 

"Partendo da qui, compiendo altre diciotto giornate di cammino, vidi molte città e regioni e giunsi a un grande fiume, presso il quale c’è una grande città. Su questo fiume è costruito un ponte, in capo al quale c’è una casa in cui trovai ospitalità. E colui che mi ospitava, volendo farmi un piacere, mi disse: «Se vuoi vedere come si pescano i pesci, vieni con me». E così mi condusse sopra questo ponte, e mentre ero là sopra guardai e vidi che nelle barche avevano dei cormorani legati a delle pertiche. Poi quell’uomo legò un filo sulla gola dei cormorani in modo che non potessero mangiare i pesci che catturavano. A tale scopo in una barca depose tre grandi ceste: una a poppa, l’altra a prua e la terza a metà barca. Dopo aver fatto questo, sciolse i cormorani, che poi si immersero nell’acqua e così prendevano moltissimi pesci, che essi stessi deponevano poi nelle ceste, tanto che in breve tempo tutte quelle ceste furono riempite. Allora quell’uomo sciolse il legame che aveva posto sul collo dei cormorani e li lasciò liberi di immergersi nel fiume e di nutrirsi con i pesci che prendevano. Una volta pasciuti, i cormorani tornavano al loro posto e il padrone li legava com’erano prima. Anch’io ho mangiato di quei pesci."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXII.

 

 

 

Dopo aver viaggiato per altri 18 giorni, si imbatté in una città chiamata Belsa su un grande fiume.

Il fiume potrebbe essere il fiume Fuchun Jiang. Qui è stato invitato da un uomo a vedere una grande pesca. Fu condotto a una barca con alcuni uccelli legati. L'uomo posò tre canestri, liberò gli uccelli che pescarono e riempirono i cesti. L'uomo poi ha lasciato che gli uccelli ne prendessero altri da soli prima di legarli di nuovo.

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Cansaye

 

Nome attuale: Hangzhou

 

Nome: Cansaye, Cansay

 

Relatio: Cap. XXIII

 

"Hinc recedens, veni ad unam civitatem nomine Cansaye, quod idem est quod “civitas celi”. Hec civitas maior est aliqua alia que hodie sit in mundo: circuit enim bene centum miliaria. In ipsa enim non est spansa terre que non bene habitetur, immo multotiens erat aliqua domus que bene decem vel duodecim superlectiles in se habebat. Hec civitas etiam habet burgia magna valde habentia maiorem gentem quam ipsa civitas habeat. Hec duodecim portas habet principales, et prope quamlibet illarum portarum forte ad octo miliaria sunt civitates maiores quam esset civitas Venetiarum et Padue; unde bene ibitur sex vel septem dietis per unum illorum burgorum et tamen videbitur modicum permeasse.

Hec civitas posita est in aquis lacunarum, que manet et stat ut civitas Venetiarum; ipsa etiam habet plures quam duodecim milia pontium, in quorum quolibet morantur custodie, custodientes hanc civitatem pro magno cane. A latere huius civitatis labitur unum flumen, iuxta quod sita est civitas hec, sicut Ferraria ipsa manet iuxta Padum. Nam longior est quam lata. De ipsa autem diligenter inquisivi a christianis, saracenis, idolatris cunctisque aliis, qui omnes uno ore loquuntur dicentes quod bene centum miliaria circuit."

 

"Partendo da questo luogo, arrivai in una città chiamata Cansaye, che significa «città del cielo». Questa città è la più grande che ci sia al mondo, e ha una cerchia muraria di ben cento miglia. In essa non c’è una spanna di terra che non sia abitata, anzi molto spesso c’era qualche casa in cui abitavano dieci o dodici famiglie. Questa città ha anche grandi borghi dove abita un numero di persone più grande rispetto a quelle che stanno dentro la città. Questa ha dodici porte principali e nei pressi di ognuna di esse, a distanza circa di otto miglia, ci sono altre città più grandi di Venezia e di Padova. Così si può andare per sei o sette giornate di cammino attraverso uno di questi borghi e tuttavia sembra di averne visto solo una piccola parte.

Questa città è situata sulle acque di una laguna ed è solida e costruita come Venezia: in essa ci sono più di dodicimila ponti e su ognuno di essi ci sono guardie che li custodiscono e proteggono questa città per il Gran Khan della Cina. A fianco di questa città scorre un fiume, e la città è costruita lungo il fiume come Ferrara, che è sorta e sta presso il fiume Po. Infatti è più lunga che larga. Su di essa ho chiesto informazioni diligenti sia ai cristiani che ai saraceni, agli idolatri e a tutti gli altri, i quali dicono tutti unanimi che ha un circuito di cento miglia."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXIII.

 

 

 

Hangzhou. Odorico la descrive come la più grande città sulla terra.

 

 

Sitografia

Wikipedia - Hangzhou

Wikipedia - Monastero di Lingyin 

 

 

 

Chilenfo

 

Nome attuale: Nanjing o Nanchino.

 

Nome: Chilenfo, Chilenfu

 

Relatio: Cap. XXIV

 

"De hac recedens per sex dietas veni ad unam aliam civitatem magnam nomine Chilenfo. Huius civitatis muri bene per quadraginta miliaria se extendunt. In hac civitate sunt bene trecenti et sexaginta pontes lapidei pulchriores quam habeat totus mundus. In hac etiam civitate fuit prima sedes regis Manci, in qua ipse morari solebat. Hec etiam bene habitatur a gente, et in ea est ita magnum navigium, quod est valde mirabile. Ipsa etiam bene sita est, omniumque bonorum copiam habet."

 

"Partendo da questa città, dopo aver viaggiato per sei giornate, giunsi a un’altra grande città, di nome Chilenfo. Le mura di questa città si estendono per più di quaranta miglia. In questa città ci sono trecentosessanta ponti di pietra e sono i più belli che ci siano al mondo. In questa città pose la sua prima residenza anche il re del Manzi. È una città abitata da buona gente e in essa si trova una nave meravigliosa. La città è situata in una buona posizione e ha grande abbondanza di tutti i beni."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXIV.

 

 

 

Sede di circa 360 ponti in pietra, "più belli di quanto il mondo intero possa mostrare"

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Fiume Talay

 

 

Nome attuale: probabilmente Yang Tze Chiang

 

Nome: Talay

 

Relatio: Cap. XXIV

 

"Ab hac recedens, veni ad quoddam flumen magnum nomine Talay et est maius flumen quod sit in toto mundo: nam ubi strictius est, bene est latum septem miliaribus."

 

"Partendo da questa città, giunsi fino a un grande fiume chiamato Talay, che è il fiume più grande esistente nel mondo. Infatti nel punto più stretto è largo ben sette miglia."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXIV.

 

 

 

Dopo aver lasciato Nanjing, Odorico ha attraversato il fiume chiamato Talay ed è probabilmente lo Yang Tze Chiang. Lo descrive come 7 miglia di diametro e lo descrive come "il più grande fiume del mondo"

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Chacam

 

Nome attuale: Zhenjiang / Chen-chiang ???

 

Nome: Chacam, Cahan

 

Relatio: Cap. XXIV

 

"Hoc flumen per mediam terram Pigmeorum transit, idest Biduinorum, quorum civitas vocatur Chacam, que est de maioribus et pulchrioribus civitatibus que sunt in mundo. Hii Pigmei sunt longi tribus spansis, qui faciunt maiora opera goton, idest bombicis, quam aliqui homines qui hodie sunt in mundo. Homines autem magni qui ibi sunt filios generant, qui quasi plus pro dimidietate similes illis Pigmeis sunt, qui sunt ita parvi; quamobrem tot istorum Pigmeorum ibi generantur et nascuntur, quod sunt quasi sine numero."

 

"Questo fiume attraversa la regione dei pigmei, cioè dei beduini, la cui città si chiama Chacam, che è tra le più grandi e belle città del mondo. Questi pigmei sono alti tre spanne e producono cotone dai bozzoli dei bachi da seta, in quantità maggiore che ogni altra parte del mondo. Gli uomini grandi che ci sono tra loro generano figli che sono grandi più della metà rispetto ai pigmei, che sono tanto piccoli. Per questo vengono generati e nascono qui così tanti pigmei che il loro numero non si può contare."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXIV.

 

 

Questo fiume attraversa la regione dei pigmei.

 

 

Sitografia

Wikipedia - Zhenjiang

 

 

 

 

Iancu

 

Nome attuale: Yangzhou

 

Nome: Iancu, Iamzai

 

Relatio: Cap. XXV

 

"Dum sic per istud flumen Talay transirem, per multas civitates veni ad unam civitatem nomine Iancu, in qua est unus locus fratrum minorum; in hac etiam sunt tres ecclesie nestorinorum, idest virorum religiosorum."

 

"Dopo aver attraversato questo fiume Talay, passando per molte altre città, giunsi a una di queste di nome Iancu, in cui c’è un convento dei frati minori e ci sono anche tre chiese dei nestoriani, che sono anch’essi uomini religiosi."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXV.

 

 

 

La moderna Yangzhou dove Marco Polo è stato governatore per tre anni. 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Per decem miliaria ab hac civitate in capite fluminis Talay est quedam alia civitas nomine Mencu. Hec civitas maius navigium habet et pulchrius quam aliqua civitas que hodie sit in mundo; omnes naves ille albe sunt velut nix, gesso depicte. In ipsis etiam pulchra hospitia multaque 195alia bene ordinata habentur sicut umquam in mundo esse possent, unde est quasi incredibile audire et videre huius navigii magnitudinem. 

 

 

Dieci miglia a nord di questa città, alla sorgente del fiume Talay, c’è un’altra città di nome Mencu. È una città che ha una grande quantità di navi, più belle e più grandi di quante ce ne siano oggi nel mondo. Tutte le navi sono bianche come la neve, imbiancate con il gesso. In esse ci sono molte e belle sale per gli ospiti e tante altre cose bene ordinate, come mai meglio si potrebbe. Per questo è quasi incredibile sentir raccontare e vedere quanto grandi siano queste navi.

 

 

 

 

 

Lencin

 

Nome attuale: Linqing

 

Nome: Lencin, Lenzin

 

Relatio: Cap. XXV

 

"Ab hac recedens et transiens per octo dietas per multas civitates et terras, per aquam dulcem veni ad quandam civitatem nomine Lencin. Hec civitas posita est super unum flumen quod vocatur Caramoram; hoc flumen per medium Cathay transit, cui magnum damnum infert quando rumpit, sicut est Padus transiens per Ferrariam."

 

"Partendo da questa città e viaggiando per otto giornate, incontrai molte città e paesi, e navigando in acqua dolce giunsi a una città di nome Lencin. Questa città è situata presso un fiume che si chiama Caramoram: questo fiume scorre attraverso il Catai, e reca grandi danni alla gente quando rompe gli argini, come fa il Po a Ferrara."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXV.

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Linqing

 

 

 

 

Sunzumayu

 

Nome attuale: molto probabilmente Jining

 

Nome: Sucumato, Sunzumayu

 

Relatio: Cap. XXV

 

"Dum autem sic irem per hoc flumen versus orientem, multis dietis transiens per multas civitates et terras, veni ad unam civitatem nomine Sucumato. Hec habet maiorem abundantiam serici quam aliqua terra de mundo; nam quando est ibi maior caritudo serici quam possit esse, bene quadraginta libre habentur minori octo solidis grossorum. In ea etiam 196est magna copia omnium mercimoniorum, similiter et panis omniumque aliorum bonorum."

 

"Andando dunque verso Oriente, seguendo sempre questo fiume, in molte giornate di cammino passai per molte città e paesi, giungendo infine a una città di nome Sucumato37. Questa ha la maggior quantità di seta che ci sia in nessun’altra contrada del mondo. Infatti quando c’è una grande carenza di questa seta, qui si possono comprare quaranta libbre di essa per meno di otto soldi veneziani. Così c’è anche grande abbondanza di ogni mercanzia, e similmente di pane e di tutti gli altri beni."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXV.

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

Bejing

 

Nome attuale: Bejing

 

Nome: Cambalech o Taydo

 

Relatio: Cap. XXV, XXVI, Cap. XXVIII.

 

"De hac recedens et transiens per multas civitates et terras versus orientem, veni ad illam civitatem nobilem Cambalech. Hec civitas multum est vetus et antiqua que est in provincia Cathay; hanc ceperunt Tartari."

 

"Partendo da questa e passando per molte altre città e regioni, andando sempre verso Oriente, giunsi alla nobile città di Cambelech. Questa città è molto antica ed è la più vecchia che ci sia nel Catai: i tartari l’hanno però conquistata."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXV.

 

 

 

"Vicino a questa città, a una distanza di mezzo miglio, costruirono un’altra città di nome Taydo. Questa ha dodici porte, tra ognuna delle quali ci sono ben due miglia. In entrambe le città si abita bene e il giro attorno a queste due città misura più di quaranta miglia."

 

"Iuxta quam ad dimidium miliare unam aliam civitatem fecerunt nomine Taydo. Hec duodecim portas habet, intra quamlibet quarum sunt duo miliaria magna. Unde inter utramque civitatem bene habitatur, et circuitus harum duarum civitatum plura ambit quam quadraginta miliaria."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXVI.

 

 

Cambalech. Sede del Gran Khan. Odorico rimase nella corte imperiale dal 1324 al 1327.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

 

 

Sandu

 

Nome attuale: Shangdu / Xanadu

 

Nome: Sandu

 

Relatio: Cap. XXVI

 

"Dominus autem iste in estate moratur in quadam civitate que vocatur Sandu, posita sub tramontana, et est frigidior habitatio que hodie sit in mundo; in hieme vero in Cambalech ipse manet."

 

"Il sovrano di questo paese in estate soggiorna in una città che si chiama Sandu ed è situata a tramontana: è il luogo più freddo che ci sia oggi al mondo. D’inverno invece abita a Cambalech."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXVI.

 

 

 

Il sovrano in estate soggiorna in una città che si chiama Sandu ed è situata a tramontana, è il luogo più freddo che ci sia oggi.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Xanadu

 

 

 

 

Caucaso

 

Nome attuale: Caucaso

 

Nome: Caspei Montes, Caspeos

 

Relatio: Cap. XXXI

 

"Aliud insuper valde mirabile dici potest, quod tamen non vidi, sed illud audivi a personis fidedignis. Nam dicitur quod Caloi est unum magnum regnum in quo sunt montes qui montes Caspeos vocantur, in quibus, ut fertur, nascuntur pepones valde magni; qui quando sunt maturi aperiuntur et intus invenitur una bestiola ad modum unius agniculi, unde ipsi illos pepones habet et illas carniculas que sunt ibi."

 

"Si può inoltre raccontare una cosa molto strana, che tuttavia non ho visto di persona, ma che mi è stata riferita da persone degne di fede. Si dice infatti che Caloi è un unico grande regno, nel quale ci sono montagne chiamate Caspeos; in esse dicono che crescono dei meloni enormi. Quando sono maturi si aprono e nell’interno si trova una bestiola, come se fosse un agnellino, per cui questa gente ha da mangiare sia i meloni sia la carne di questo animaletto."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXXI.

 

 

 

Odorico riferisce di aver sentito dire da persone degne di fede di questa località dove crescono grandi meloni che quando sono maturi, vegono aperti e dentro trovano una bestiola, un agnellino. Tale località è situata nel reame di Caloi.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Cosan

 

Nome attuale: Olon Süme

 

Nome: Cosan

 

Relatio: Cap. XXXII

 

"latino."

 

"Partendo da questo impero del Catai e andando verso Occidente per circa cinquanta giornate, attraversai molte regioni e vidi molte città, giungendo infine nella terra del Prete Gianni, sul quale si dicono molte cose, ma di esse non è vera neanche la centesima parte41. La città principale di questo regno si chiama Cosan42, ma Vicenza si potrebbe dire una città più grande di Cosan, anche se questa ha molte altre città sotto di sé."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXXII.

 

 

 

Narrazione sulla terra del Prete Giovanni. La città principale di questo regno si chiama Cosan ma Vicenza si potrebbe dire una città più grande di Cosan, anche se questa ha molte altre città sotto di sè.

 

 

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

 

 

Shaanxi

 

Nome attuale: Xi'an, Shaanxi

 

Nome: Cansan

 

Relatio: Cap. XXXII

 

"Deinde ivi per multas dietas et veni ad unam provinciam que vocatur Cansan. Hec est tertia melior provincia et melius habitabilis quam habeat totus mundus. Ubi autem est minus stricta, bene est lata quinquaginta dietis et longa pluribus quam sexaginta. Unde hec provincia taliter habitatur quod, quando ab una porta unius civitatis exitur, porte alterius civitatis videntur. In hac est copia magna victualium, maxime autem castanearum; in hac etiam contrata nascitur malus barbarus, cuius tanta copia illic habetur, quod unus asinus minori sex grossis ponderatur. Hec autem provincia est una de duodecim partibus magni canis."

 

"Viaggiai in seguito per molte giornate e giunsi a una provincia che si chiama Cansan. Questa è la terza migliore provincia e quella maggiormente abitabile che ci sia al mondo. Dove è meno stretta, ha una larghezza di cinquanta giornate di cammino, ed è lunga sessanta. E questa provincia è tanto abitata che quando si esce dalla porta di una città, si vedono subito le porte di un’altra città. In questa provincia c’è grande abbondanza di vettovaglie, soprattutto di castagne; vi cresce anche la pianta del rabarbaro in così grande quantità che si potrebbe caricare un asino con i suoi frutti per meno di sei grossi. Questa provincia è una delle dodici parti in cui è diviso l’impero del Gran Khan."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXXII.

 

 

"Una delle migliori province del mondo."

 

 

Sitografia

Wikipedia - Xi an

Wikipedia - Shaanxi

 

 

 

Tibet

 

Nome attuale: Qinghai

 

Nome: Tybet

 

Relatio: Cap. XXXIII

 

"De hac recedens, veni ad unum regnum magnum nomine Tybet, quod ipsi Indie est confine; totum hoc regnum est subiectum magno cani. In eo est maior copia panis et vini quam in aliqua parte mundi."

 

"Lasciando questa provincia, giunsi a un grande regno di nome Tibet, che confina con l’India stessa. Tutto questo regno è soggetto al Gran Khan e qui c’è la più grande abbondanza di pane e di vino che ci sia al mondo."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXXIII.

 

 

 

Giunsi a un grande regno di nome Tibet, che confina con l'India stessa.

 

 

Sitografia

Wikipedia - Sakya 

Wikipedia - Monastero_di_Sakya

 

 

 

 

Millestorte

 

Nome attuale: Alamout, Iran

 

Nome: Millestorte

 

Relatio: Cap. XXXV

 

"Dum autem recederem de terris Pretegoan, veniens versus opponentem, applicui ad quandam contratam que Milestorte vocatur. Hec contrata est pulchra et multum fertilis. In hac contrata erat unus qui vocabatur senex a monte, qui inter duos montes huius contrate fieri fecerat unum murum, qui istum montem circuibat."

 

"Partendo dalla terra del Prete Gianni e andando verso Occidente, giunsi in una regione chiamata Milestorte. È una bella terra e molto fertile. In questa regione c’è un personaggio chiamato «il vecchio della montagna», il quale fra due monti di questa zona aveva fatto costruire un muro che circondava tutta la sua montagna. ."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXXV.

 

 

 

Un certo paese chiamato Millestorte, Marco Polo descrive anche questo luogo in Persia. Nella zona viveva un sovrano, chiamato Vecchio della Montagna, in un castello inaccessibile nei monti Elburz. I mongoli distrussero questo castello nella seconda metà del tredicesimo secolo. 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Fortezza di Alamut

 

 

 

Hindu Kush

 

Nome attuale: Dunhuang ???

 

Nome: Tartaria

 

Relatio: Cap. XXXVI

 

"In hac autem contrata omnipotens Deus fratribus minoribus hanc magnam gratiam dedit: nam in magna Tartaria ita habent pro nichilo expellere demones ab obsessis, sicut de domo expellerent unum canem."

 

"In questa regione Dio onnipotente ha concesso questa grande grazia ai frati minori: infatti in questo grande paese dei tartari i nostri frati riescono a scacciare i demoni dagli ossessi senza nessuna fatica, come quando si caccia un cane fuori di casa."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXXVI.

 

 

 

"Aliud etiam magnum terribile ego vidi. Nam cum irem per unam vallem, que posita est super flumen deliciarum, multa corpora mortua ego vidi; in qua etiam valle audivi diversa genera musicorum, maxime autem achara que ibi mirabiliter pulsabatur, unde tantus erat ibi clamor quod michi timor maximus incumbebat. Hec autem vallis forte longa est septem vel octo miliaribus terre, in qua, si aliquis intrat, numquam de illa exit, sed statim moritur sine mora."

 

"Ho visto anche un’altra cosa assai tremenda. Mentre andavo lungo una valle, che si trova sopra il fiume delle delizie, vidi i cadaveri di molta gente, e in quella medesima valle udii il suono di diversi strumenti musicali, soprattutto quello della cetra che veniva suonata in modo stupendo. Ma c’era un rumore così grande che mi sentivo oppresso da grandissima paura. Questa valle è lunga forse sette o otto miglia e se uno vi entra non riesce più a uscirne, ma muore subito senza indugio alcuno."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo XXXVII.

 

 

 

Odorico riferisce su un gruppo di frati francescani che erano abili nel cacciare i demoni .

 

Un'altra terribile et gran cosa vidi, andando per una gran valle, la quale sì è posta sopra el fiume (de le dilitie) (2). In quella vidi molti corpi morti: ne la quale etiandio udiva molte et diverse generationi di stormenti, specialmente nacheri, che maravigliosamente sonavano. Et era ivi sì grande el chiamore, ch'io n'ebbi una gran paura. Questa valle è lunga forse (sette o otto) (3) miglia di terra; ne la quale se alcuno infedele entrasse mai, di quella non esce: anche muore incontenente senza dimoranza.

 

 

Sitografia

Wikipedia -

 

Dunhuang, nome che significa "faro scintillante", è una città cinese nella prefettura di Jiuquan. Si trova nella parte occidentale della provincia del Gansu, lungo la celebre Via della Seta, ed è posta in uno degli incroci di culture più significativi del pianeta. La città era l'ultima oasi per i viaggiatori diretti verso l'Occidente, prima della separazione della grande via in due diramazioni, necessarie per evitare di attraversare il deserto di Taklamakan. I due forti della città, la "Porta di giada" e il "passo Yangguan", significavano per i viaggiatori provenienti da ovest che si recavano in Oriente, l'aver superato indenni il percorso intorno al deserto, che era costellato di ossa di sfortunati viandanti. Il centro rappresentava l'ultimo baluardo della muraglia cinese.

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Dunhuang 

 

Mingsha Shan ???

 

https://www.viaggio-in-cina.it/dunhuang/attrazioni/monte-mingsha.htm

 

 

Grotte di Mogao ???

 

https://www.viaggio-in-cina.it/dunhuang/attrazioni/grotte-di-mogao.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Mogao

https://www.viaggio-in-cina.it/via-della-seta/

 

 

 

Padova

 

Nome attuale: Padova

 

Nome: Padova

 

Relatio: Conclusione C - Versione di Guglielmo di Solagna

 

"[Odorico] Ego frater Odoricus de Foro Iulii provincie Sancti Antonii, de quadam terra que dicitur Portus Nahonis, de ordine fratrum minorum, testificor et testimonium perhibeo reverendo patri fratri Guidoto, ministro antedicte provincie sancti Antonii in Marchia Trivisina, cum ab eo fuerim per obedientiam requisitus, quod hec omnia que superius scripta sunt aut propriis oculis vidi aut ab hominibus fidedignis audivi. Communis etiam locutio illarum contratarum illa que non vidi testantur esse vera. Multa etiam alia ego dimisi que scribi non feci, cum ipsa quasi incredibilia apud aliquos viderentur, nisi illa propriis oculis conspexissent. Ego autem de die in diem me preparo ad illas contratas accedere, in quibus dispono me mori ne illi placebit a quo cuncta bona procedunt.

 

[Guill.] Predicta autem fideliter frater Guillelmus de Solagna in scriptis redegit, sicut predictus frater Odoricus ore proprio exprimebat anno Domini 1330, mense Maii, Padue in loco sancti Antonii; nec curavit de latino difficili et curioso ac ornato, sed sicut ille narrabat sic iste scribebat, ad hoc ut omnes facilius intelligerent que dicuntur."

 

"[Odorico] Io, frate Odorico, da Friuli, nella provincia di San Antonio, da una certa terra chiamata Pordenone, dell'ordine dei fratelli minori, testimonio e rendo testimonianza al mio reverendo padre frate Guidotus, un ministro nella predetta provincia di Sant'Antonio della Marca Trevigiana, quando fui da lui per ubbidienza richiesta, perché o vidi coi miei occhi o udii da persone degne di fede tutte queste cose che di sopra sono state scritte. Anche l'espressione generica di quei contratti, che non ho visto, testimonia che sono veri. Ho lasciato anche molte altre cose che non ho scritto, poiché ad alcuni sembravano incredibili, a meno che non le avessero viste con i propri occhi. Ma giorno per giorno mi preparo ad avvicinarmi a quei contratti, nei quali mi dispongo a morire, affinché piaccia a colui dal quale procedono tutte le cose buone

 

[Guill.] E il predetto frate Guglielmo di Solagna fedelmente ridotto negli scritti, come il predetto frate Odorico di sua bocca espresse nell'anno del Signore 1330, nel mese di maggio, Padova in luogo di Sant'Antonio; né gli importava in latino difficile e curioso e ornato, ma come narrava così scriveva, acciò che ciascuno più facilmente capisse ciò che si diceva."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Capitolo I.

 

 

A maggio 1330, Odorico è a Padova presso il Convento dei frati minori situato a fianco alla Basilica di Sant'Antonio dove ha dettato al confratello Guglielmo di Solagna, su indicazione ed in obedienza del ministro provinciale frate Guidotto, la testimonianza del suo viaggio in oriente.

 

 

 

Sitografia

Wikipedia - Basilica di Sant'Antonio a Padova

 

 

 

Pisa

 

Nome attuale: Pisa

 

Nome:Pisa

 

Relatio: Conclusione B - versione Marchesino da Bassano

 

"[Mors] Preterea nec hoc arbitror oblivioni tradendum. Nam ipse beatus frater Odoricus, cum de ultramarinis partibus ad suam provinciam remeasset, Marchiam scilicet Trivisinam, et ad presentiam summi pontificis adire vellet, ut ab eo licentiam peteret quod quinquaginta fratres, de quacumque provincia essent, dummodo ire vellent secum ducere posset, recessit de Foro Iulii, unde ipse nativus erat, et dum esset Pisis gravi est infirmitate correptus; quapropter compulsus est ad propria remeare. Quam ob rem, dum esset in Utino Foro Iulii civitate, anno ab Incarnatione 1331 prima die Idus Ianuarii de hoc mundo triumphans pervenit ad gloriam beatorum, ubi virtutibus et miraculis quam plurimis nunc corruscat; nam per eum claudi, ceci, surdi, muti sunt saluti restituti."

 

"[Morte di fra’ Odorico] Ritengo inoltre che non si possa dimenticare quanto segue. Il medesimo beato fra’ Odorico, essendo ritornato dalle regioni d’oltremare alla sua provincia, cioè nella marca trevisana, e volendo presentarsi al sommo pontefice per chiedergli il permesso di poter condurre con sé cinquanta frati di qualunque provincia fossero, purché volessero venire liberamente, partì dal Friuli, dove era nato, ma mentre era a Pisa fu colpito da grave infermità, per cui fu costretto a ritornare nella sua patria. Per questo, mentre si trovava a Udine, una città del Friuli, il 14 gennaio dell’anno 1331 dall’incarnazione, partì trionfante da questo mondo e giunse nella gloria dei beati, dove ora splende per le sue virtù e per i miracoli numerosissimi che compie. Infatti per sua intercessione zoppi, ciechi, sordi e muti riacquistano la salute.."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Conclusione.

 

 

 

Relatio: Conclusione D - versione Enrico di Glatz

 

"[Mors] Anno igitur Domini 1331, disponente se fratre predicto Odorico ad perficiendum iter sue peregrinationis, prout mente conceperat et etiam ut via illa et labor sibi magis esset ad meritum, decrevit primo presentiam adire domini et patris omnium summi pontificis Domini Iohannis pape XXII; cuius benedictione obedientiaque recepta, cum societate fratrum secum ire volentium ad partes infidelium se transferret. Cumque sic eundo versus summum pontificem non multum distaret a civitate Pisana, in quadam via occurrit sibi quidam senex in habitu peregrini, ex nomine eum salutans: «Ave – inquiens – frater Odorice». Et cum frater inquireret quomodo ipsius haberet notitiam, respondit: «Dum eras – inquit – in India novi te tuumque novi sanctum propositum. Sed et tu modo ad tuum unde venisti conventum revertere, quia decimo die sequenti ex hoc mundo migrabis». Verbis igitur senis attonitus et stupefactus, presertim cum senex ille statim post dictum ab eius aspectu disparuit, reverti decrevit; et reversus est in bona prosperitate, nullam sentiens gravedinem corporis seu aliquam infirmitatem. Cumque esset in conventu suo Utinensi in provincia Paduana decima die prout facta fuit sibi revelatio, accepta communione ipsoque ad Deum disposito, etiam corpore existens incolumis in Domino feliciter requievit."

 

"[Morte di fra’ Odorico] Nell’anno del Signore 1331, mentre il predetto fra’ Odorico si apprestava a concludere il viaggio della sua peregrinazione, come aveva pensato nella sua mente e anche perché la strada e la fatica sopportata gli fossero di maggior merito, decise anzitutto di presentarsi al sommo pontefice, papa Giovanni XXII, per chiedergli la sua benedizione e il permesso di trasferirsi nelle regioni degli infedeli, insieme con quei frati che di propria volontà accettassero di accompagnarlo. E mentre andava verso il sommo pontefice, a non molta distanza dalla città di Pisa, dove risiedeva in quel tempo il papa, lungo la strada gli venne incontro un vecchio, vestito con l’abito del pellegrino, il quale lo chiamò per nome e lo salutò dicendo: «Salve, fra’ Odorico». E poiché il frate gli domandò come mai lo conoscesse, quello rispose: «Quando eri in India ti ho conosciuto e seppi del tuo santo proposito. Ma tu ora ritorna al convento da cui sei partito, perché tra dieci giorni lascerai questo mondo».

Stupefatto e attonito per queste parole, specialmente perché dopo queste parole quel vecchio scomparve dalla sua presenza, decise di tornare indietro e ritornò in buona salute, senza percepire nessuna pesantezza o infermità corporale. Essendo poi nel suo convento udinese, appartenente alla provincia padovana, dieci giorni dopo che gli fu fatta quella rivelazione, avendo ricevuto la santa comunione ed essendo ben disposto verso Dio, benché fosse sano di corpo e di mente riposò felicemente nel Signore."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Conclusione.

 

 

Odorico, arrivando a Pisa, molto probabilmente era diretto al convento di San Francesco dove i frati minori erano presenti dal 1261. Avvertito di morte imminente da pellegrino sulla strada. Gli fu detto di tornare a Udine.

 

Sitografia

Wikipedia - Chiesa di San Francesco (Pisa)

Italia Nostra - Chiesa e convento di S. Francesco - Pisa  PDF

Provincia Italiana San Francesco - Convento di San Francesco - Pisa

 

 

 

Udine

 

Nome attuale: Udine

 

Nome:Udine

 

Relatio: Conclusione B versione Marchesino da Bassano

 

"[Mors] Preterea nec hoc arbitror oblivioni tradendum. Nam ipse beatus frater Odoricus, cum de ultramarinis partibus ad suam provinciam remeasset, Marchiam scilicet Trivisinam, et ad presentiam summi pontificis adire vellet, ut ab eo licentiam peteret quod quinquaginta fratres, de quacumque provincia essent, dummodo ire vellent secum ducere posset, recessit de Foro Iulii, unde ipse nativus erat, et dum esset Pisis gravi est infirmitate correptus; quapropter compulsus est ad propria remeare. Quam ob rem, dum esset in Utino Foro Iulii civitate, anno ab Incarnatione 1331 prima die Idus Ianuarii de hoc mundo triumphans pervenit ad gloriam beatorum, ubi virtutibus et miraculis quam plurimis nunc corruscat; nam per eum claudi, ceci, surdi, muti sunt saluti restituti."

 

"[Morte di fra’ Odorico] Ritengo inoltre che non si possa dimenticare quanto segue. Il medesimo beato fra’ Odorico, essendo ritornato dalle regioni d’oltremare alla sua provincia, cioè nella marca trevisana, e volendo presentarsi al sommo pontefice per chiedergli il permesso di poter condurre con sé cinquanta frati di qualunque provincia fossero, purché volessero venire liberamente, partì dal Friuli, dove era nato, ma mentre era a Pisa fu colpito da grave infermità, per cui fu costretto a ritornare nella sua patria. Per questo, mentre si trovava a Udine, una città del Friuli, il 14 gennaio dell’anno 1331 dall’incarnazione, partì trionfante da questo mondo e giunse nella gloria dei beati, dove ora splende per le sue virtù e per i miracoli numerosissimi che compie. Infatti per sua intercessione zoppi, ciechi, sordi e muti riacquistano la salute.."

 

Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum, Conclusione.

 

Ritorno di Odorico a Udine presso il convento di San Francesco e morte in data 14 gennaio 1331.

 

 

Sitografia

Wikipedia - Chiesa di San Francesco - Udine

Carta Archeologica FVG - Chiesa di San Francesco - Udine

 

 

 

Bibliografia

 

Annalia Marchisio, Odorico da Pordenone Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum Firenze, SISMEL. Edizioni del Galluzzo 2016 (ISBN 978-8884506993) pp. VI-643 (Edizione nazionale dei testi mediolatini d'Italia 41. Ser. I 23) - URL

 

Odorico da Pordenone, Racconto delle cose meravigliose d'Oriente; Introduzione di Luciano Bertazzo, 2018 

 

Lucio Monaco and Giulio Cesare Testa. Odorichus, De rebus incognitis: Odorico da Pordenone nella prima edizione a stampa del 1513. Camera di Commercio, Pordenone, 1986.

 

Teofilo Domenichelli. Sopra la vita e i viaggi del Beato Odorico da Pordenone dell'Ordine de' Minori. Rist. an. in Odorico da Pordenone, relazione del viaggio in Oriente e in Cina (1314-1330?), Pordenone 1982 edition, Prato, Ranieri Guasti, 1881. URL

 

Giovanni Battista Ramusio. Navigazioni e viaggi. Ripubblicato da Einaudi, vol. IV (pp. 763), Torino 1983 (cur. MARICA MILANESI) - Due versioni del Viaggio in Cina del Beato frate Odorico, pp. 265-318. edition, 1574.

 

 

 

 

 

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